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IN LINEA CON L'ASSASSINO
(PHONE BOOTH)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 18 agosto 2003
 
di Joel Schumacher, con Colin Farrell, Forest Whitaker, Radha Mitchell, Katie Holmes, Kiefer Sutherland (Stati Uniti, 2003)
 
Arrogante, cafone, griffato a dovere, occhialini da sole nell'afa convulsa dei marciapiedi di Manhattan, il pubblicitario d'assalto risponde alla chiamata da una cabina telefonica. E' ancora l'unica che funzioni, in un quartiere in cui tutti usano ormai il cellulare; e lui la frequenta soprattutto perché la moglie non becchi sui tabulati le registrazioni delle chiamate ad una sua bella. Questa volta le cose andranno diversamente: un killer appostato in uno dei grattacieli sovrastanti lo tiene di mira. Se il nostro riaggancia, è un uomo morto.

Da IL CLIENTE a BAD COMPANY (dove già si districava assai bene, perlomeno nella sequenza iniziale, con quello che dev'essere un suo pallino, la rete angosciosa dei telefonini nella quale ci ritroviamo) non è che Joel Schumacher si sia costruito più che una fama di factotum. Poco sufficiente ad assolverlo dall'aver seppellito, ad esempio, una gloriosa saga, con i suoi micidiali BATMAN FORE EVER e BATMAN & ROBIN.

Qui, però, (sarà merito dello sceneggiatore Larry Cohen?) gli riesce uno dei suoi film più coerenti e compatti: saggiamente costruito com'è su di una durata ragionevole (un'ora e venti: un vero miracolo di questi tempi), del tutto rispettosa delle regole (di tempo, luogo e azione) della tragedia classica, anche se un po' approssimativa sul finale. L'assassino è il solito psicopatico moralista: deciso a mondare l'umanità delle proprie pecche, preferibilmente a partire dal proprio mirino di precisione. E moralistiche sono egualmente le finalità di IN LINEA CON L'ASSASSINO; che, come succede da sempre nel cinema americano, alla notevole efficacia della resa spettacolare, alla tensione dell'azione formale, alla precisione degli attori (il Colin Farrel preso di mira; ma, in particolare, il poliziotto perspicace, Forest Whitaker) giunge anche con l'intenzione (o grazie al fatto?) di far confessare al protagonista (ed allo spettatore) se non proprio tutte, una buona parte almeno delle proprie magagne.


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